martedì 17 novembre 2009

Ritrovato in Egitto l'esercito scomparso di Cambise II.



Scomparso venticinque secoli fa senza lasciare traccia, inghiottito da una tempesta di sabbia nel deserto egiziano: si tratta dell'esercito - di 50mila uomini, secondo alcune fonti storiche - inviato dal re dei persiani per conquistare gli ammoniti dell'oasi di Siwa. Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, dopo oltre un decennio di ricerche un'equipe guidata dagli archeologi italiani Angelo e Alfredo Castiglioni ha portato alla luce alcuni reperti che potrebbero rappresentare le uniche testimonianze dell'esercito perduto: oggetti piccoli - punte di freccia, una daga bronzea, un braccialetto - di incontestabile fattura achemenide, oltre a una "valle degli scheletri" rintracciata grazie alle leggende locali.
L'equipe afferma di aver ricostruito l'itinerario dell'esercito, partito nel 525 a. C. Da Tebe, come racconta Erodoto: l'armata nona avrebbe seguito il percorso abituale lungo le oasi del Nilo ma avrebbe deviato verso ovest per sorprendere il nemico, finendo però nel Gran Deserto. Le autorità egiziane sono però caute (oltre ad aver reso noto che gli archeologi erano privi delle autorizzazioni necessarie): il fatto che i reperti siano di fattura persiana non è di per sé un elemento decisivo, dato che l'Egitto fu sottoposto alla loro dominazione per oltre un secolo; gli scheletri potrebbero appartenere a vittime di tragedie più recenti. Infine Erodoto non è una fonte particolarmente affidabile: in particolare è strano che un intero esercito persiano, con esperienza nella regione e formato anche da contingenti di popoli nomadi, potesse arrivare a perdersi, anche se è possibile che le guide abbiano tradito i soldati di un monarca non molto amato in Egitto.
Figlio di Ciro il grande, fu nominato reggente nel 529, col titolo di re di Babilonia.
Alla morte del padre, avvenuta nello stesso anno, divenne re di Persia, continuando l'opera paterna di consolidamento dell'impero.
Prima di partire per la spedizione contro l'Egitto, fece uccidere di nascosto il fratello Bardiya (meglio conosciuto con il nome greco di Smerdi), temendo che potesse usurpare il regno durante la sua assenza. Mesutira Kamebet è il nome egizio assunto da Cambise II, dopo la conquista dell'Egitto, che governò dal 525 a.C. al 522 a.C.
Dopo aver sconfitto, nel 525 a.C., Psammetico III, grazie anche al generale greco Fanes, che aveva disertato dall'esercito egizio, Cambisè occupò tutto l'Egitto giungendo fino al confine con la Nubia.
Pur essendosi incoronato re dell'Egitto, adottando la completa titolatura reale, considerò la sua conquista come una satrapia dell'impero persiano e ne affidò il governo al satrapo Aryandes anche per potersi dedicare a tre progetti militari che dovevano avere come base di partenza l'Egitto stesso: la conquista della Nubia, una spedizione verso le oasi occidentali del deserto libico e la conquista di Cartagine. Le prime due imprese fallirono probabilmente a causa della scarsa conoscenza del territorio e la terza non ebbe neppure inizio a causa del rifiuto dei marinai fenici, che non vollero armare la flotta persiana per attaccare una città di origine fenicia(oppure perchè c'era già Gheddafi). Secondo lo storico greco Erodoto in seguito a questi fallimenti il re persiano impazzì iniziando a comportarsi con efferata crudeltà e giungendo ad uccidere con le proprie mani il sacro toro Api.
Alcuni dati archeologici sembrano smentire Erodoto: il fastoso sarcofago, conservato nel Serapeo di Saqqara, che Cambise stesso dedicò al toro Api morto durante il suo regno.
Nel 522 a.C. Cambise fu costretto a partire dall'Egitto per ritornare a Susa a causa di un complotto ordito contro di lui. Morì, in circostanze non del tutto chiare, durante il viaggio.
IL VIDEO DEL RITROVAMENTO VE LO TROVATE SU LA7(DI QUELLI CHE SE LI POSTO PARTONO DA SOLI E MI ROMPONO I COGLIONI) O SU YOUTUBE(SOLO CHE HANNO BLOCCATO L'EMBED)

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