giovedì 12 novembre 2009

LIBERI INFORMATICI



Bologna, il Comune passa al software libero
Programmi gratuiti sui 3.600 pc. «Entro il 2010 risparmieremo 170mila euro»

Niente più programmi per il computer protetti da licenza a pagamento. Meglio il software libero, cioè Linux e compagni: programmi a sorgente aperta (in inglese open source) che per tutti, e in particolare per la pubblica amministrazione, hanno due impareggiabili vantaggi. Primo, permettere di risparmiare i diritti alle case che producono software (un costo fisso da moltiplicare per ogni pc in dotazione) e, secondo, poter modificare i programmi alle esigenze del proprio ufficio.
A Palazzo D'Accursio il progetto è partito nel 2004, ma sta per essere completato: «Su un totale di 3.600 terminali sono circa 1.800 i nostri computer già migrati», spiega Massimo Carnevali, dirigente del Settore sistemi informatici - si tratta di un notevole risparmio in termini di licenze, dai 570.000 euro spesi nel 2006 contiamo per il 2010 di scendere fino a 400.000 euro».
Entro fine anno sarà completato il passaggio dai programmi per ufficio di Microsoft Office 1997 a quelli di Open office.
La news presentata ieri mattina alla Commissione istruzione e cultura ha ricevuto il parere positivo dei consiglieri. «Un ruolo decisivo - spiega Carnevali - l'ha giocato l'Università, grazie alle quale abbiamo dato vita a tirocini formativi, attirando al tempo stesso le professionalità delle molte aziende del territorio che operano nel settore»......
Bologna conferma ancora la tradizione di Comune tra i più all'avanguardia in Italia sul fronte delle nuove tecnologie. Lo era stato nel 1995 con Iperbole, fra le prime rete civiche e di servizi di una città italiana.

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