sabato 6 ottobre 2007

DIVERSE CULTURE,DIVERSE OPINIONI

ANCORA QUALCHE NEWS SULLA PENA DI MORTE. LEGGENDO VEDREMO COME LE DIVERSE CULTURE CHE TROVIAMO NEL MONDO INTERPRETANO LA PENA CAPITALE.
TEXAS (USA). CORTE D’APPELLO SOSPENDE UN’ALTRA ESECUZIONE
3 ottobre 2007: una corte d’appello texana ha sospeso l’esecuzione di Heliberto Chi, 28enne originario dell'Honduras, la cui iniezione letale era prevista per oggi. La sospensione dell’esecuzione di Chi, condannato a morte per l’omicidio di un negoziante nel corso di una rapina, giunge dopo che, lo scorso 25 settembre, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di esaminare se il metodo dell'iniezione letale violi la Costituzione, che proibisce punizioni 'crudeli e inusuali'. Si tratta del secondo rinvio di una esecuzione in una settimana in Texas: il 28 settembre la stessa Corte Suprema Usa ha fermato l'esecuzione di Carlton Turner, 28 anni, condannato a morte per l’omicidio dei genitori adottivi, avvenuto nel 1998. Secondo gli esperti, in attesa della decisione della Corte Suprema Usa sulla costituzionalità dell’iniezione letale, potrebbe esserci in Texas un rallentamento o addirittura un blocco delle esecuzioni. Delle 42 persone giustiziate finora negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno, sono 26 quelle messe a morte nello stato del Texas, tutte mediante iniezione letale.
http://www.nytimes.com/2007/10/03/us/03texas.html?ref=us
ITALIA. NAPOLITANO PROMULGA LEGGE CHE CANCELLA PENA MORTE
2 ottobre 2007: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel promulgare la legge Costituzionale che sopprime dall'articolo 27 della Costituzione l'ammissibilità della pena di morte nei casi previsti dalle leggi militari di guerra, esprime la propria soddisfazione nei confronti di una decisione di rilevante significato ideale e politico per la sostanza e per il generale consenso che l'ha caratterizzata. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
IRAN. TEHERAN DIFENDE LAPIDAZIONE, E' PREVISTA DA DIRITTO ISLAMICO
30 settembre 2007: Mohammad Javad Larijani, responsabile per i diritti umani presso l'Autorità Giudiziaria della Repubblica Islamica, ha difeso il diritto del suo paese ad applicare la pena della lapidazione. "Non ci vergogniamo affatto di emettere sentenze di lapidazione e di applicare questa punizione, che è prevista dal diritto islamico e pertanto dal nostro codice penale", ha dichiarato Larijani respingendo le accuse della comunità internazionale che più volte ha chiesto a Teheran di sospendere le sentenze di lapidazione. "Noi - ha continuato - esaminiamo con i nostri criteri la gravità dei reati commessi e personalmente non considero la lapidazione una tortura, come sostengono gli occidentali, e nemmeno una pena non ragionevole". Per Larijani, "la lapidazione è una pena minore rispetto all'impiccagione, in quanto è possibile che il condannato sopravviva".

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