giovedì 5 marzo 2009

ARCAICA CURIOSITA'

L'ALTRO GIORNO, IN VIALE REITER MI SONO IMBATTUTO IN QUESTO CARTELLO!
E MI SONO IMMEDIATAMENTE POSTO DEI DUBBI: COSA SIGNIFICA RIMOZIONE PERIODICA? E QUANTO E' FREQUENTE? E RIMBORSANO IL CATENACCIO DANNO UNA MULTA ? E PERCHE' MAI IL COMUNE USA IL TERMINE VELOCIPEDE? LA SOLITA RICERCA HA FUGATO ALCUNI DEI DUBBI:
...Il Codice della strada italiano definisce e considera come velocipedi non solo le biciclette ma anche i risciò, le biciclette a quattro ruote in uso specialmente nelle località turistiche marine, i monopattini, i carri leggeri a tre ruote montati sul retrotreno di una bicicletta ecc.ecc...
MA X LA GENTE COMUNE: Velocipede è il nome attribuito all'antenato dell'odierna bicicletta.
E A PROPOSITO PUBBLICO UN PO' DI STORIA:
Caratterizzato da una ruota motrice anteriore molto più alta di quella posteriore, era mosso agendo su due pedivelle montate sulla ruota anteriore stessa ed il sellino è posto direttamente sopra ad essa. Le grosse dimensioni della ruota anteriore servivano per aumentare la strada percorsa con un singolo giro di pedali e quindi la velocità.
L'invenzione è attribuita allo scozzese Kirkpatrick Mac Millan intorno al 1840 che costruì un veicolo con la posteriore molto più grande di quella anteriore ed il conducente seduto sulla ruota stessa.L'evoluzione continuò per opera degli inglesi che idearono un velocipede battezzato 'Gran-Bì che venne brevettato col nome di "Ariel" e ne cominciarono una produzione industriale.
Era piuttosto difficile stare in equilibrio su questi mezzi la cui ruota anteriore poteva raggiungere anche i tre metri di diametro e le cadute erano spesso rovinose.
Il primo velocipede venne portato in Italia, ad Alessandria, dall'industriale della birra Carlo Michel, di ritorno dall'Esposizione Internazionale di Parigi del 1867. Con tale mezzo, l'imprenditore percorse le vie della città tra gli sguardi stupefatti del concittadini.
In Italia nel 1869 l'orologiaio e fabbricante di pesi Raimondo Vallani presentò in occasione del carnevale di Modena un velocipede a tre ruote che riuscì a vendere per ben 200 lire, dando così l'avvio ad una piccola produzione di serie.

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