mercoledì 22 giugno 2011

Baco informatico nelle prove Invalsi

TORNO A PARLARVI DELL'ESAME SCOLASTICO + CRITICATO E CONTESTATO DELLA STORIA. INTANTO PERCHE' DA OGGI A CASA MIA NN SI PARLERA' + DI SCUOLE MEDIE (FINITE ANCHE DALLA PICCOLA) E POI XCHE' ORAMAI L'ALTRA NOTIXIA NAZIONALE RIGUARDA L'ENNESIMA LOGGIA MASSO/MAFIOSA CHE CON UNA FANTASIA QUASI PROVERBIALE E' STATA CHIAMATA P4...SINCERAMENTE MI FA PROPRIO CACARE PARLARE DI QUESTE COSE SCHIFOSAMENTE BASTARDE CHE GIOCANO SULLE NS VITE INSAMMA UN NERVOS DA BESTIA!!!

COPY AND PAST DAL SOLE 24ORE
Test Invalsi senza pace. Un errore nella griglia di correzione delle prove di italiano e matematica, affrontate lunedì da circa 600mila studenti di terza media, ha riacceso ieri le proteste dei sindacati (non tutti) contro i test nazionali, usati per "misurare" la preparazione degli alunni.
Il tutto nella giornata in cui i lavoratori dell'Istituto di valutazione hanno protestato davanti alla sede del ministero dell'Istruzione, per denunciare che sono scaduti o stanno per scadere i contratti a termine di 46 persone, a cui si aggiungono i contratti di 10 collaboratori. «Non è più sostenibile - hanno spiegato i manifestanti - portare avanti un Istituto di ricerca che ha solo 22 lavoratori stabili».
Ad allertare gli insegnanti - che avevano già corretto le prove - sugli errori nelle griglie di correzione dei test Invalsi è stata, lunedì sera, una e-mail inviata ai dirigenti scolastici: il responsabile del servizio di valutazione dell'Istituto, Roberto Ricci, segnalava un problema tecnico nelle griglie che avrebbe falsato il voto finale. Nessun problema se il punteggio di italiano è uguale a superiore a 21, spiegava il messaggio. Sotto i 20 punti è indispensabile ricontrollare le risposte del gruppo A. Se le risposte corrette sono 16, bisogna ricalcolare tutto.
Problemi anche per matematica, nelle domande D2 e D9: se il candidato ha fornito tre risposte esatte su quattro bisogna ricalcolare punteggio e voto con la maschera corretta. Tutto liscio, invece, per le prove corrette manualmente. Ieri mattina l'Invalsi ha inviato una «maschera» corretta per rivedere i compiti, mentre il Miur ha confermato la piena validità della prova.
Sul piede di guerra Cobas e Gilda, che tornano a chiedere l'eliminazione dei quiz. Il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo parla di «un ministero allo sbando». Mentre il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima, pur definendo l'incidente «deprecabile», non intende associarsi ad «affrettati plotoni di esecuzione». Oggi, intanto, si apre con la prova scritta di italiano l'esame di Stato per 495.771 studenti. (V.Me.)

domenica 19 giugno 2011

bye bye BIG MAN

Clemons, il "Big Man", è morto a 69 anni. A maggio l'ultima
esibizione al fianco di Lady Gaga

Il ricordo del Boss: «Il mio socio»

NEW YORK
Clarence Clemons, lo storico sassofonista della E Street Band di Bruce Springsteen, è morto questa notte. Una settimana fa era stato colpito da un ictus mentre si trovava nella sua casa in Florida. Lo ha reso noto un portavoce della band. Il "Boss" si è detto «distrutto dal dolore», riferisce la Cnn: «Ha sempre dato il massimo, ogni volta che è salito sul palco. Era un grande amico, il mio socio», ha aggiunto Springsteen.

Soprannominato da sempre "Big Man" per via della sua stazza, Clemons, 69 anni, ha accompagnato Springsteen fin dai primi anni Settanta. Ma da tempo aveva problemi di salute, soprattutto legati alla schiena e alle ginocchia, per i quali si è dovuto sottoporre a più interventi.

«L'ultimo tour è stato un vero inferno ma questo dolore mi ha reso molto più forte», aveva dichiarato il sassofonista a Rolling Stone, lo scorso febbraio, «e finché la mia bocca, le mie mani e il mio cervello funzioneranno continuerò a suonare». Dopo l'ictus, Clemons era stato sottoposto a due interventi chirurgici al cervello.

La sua ultima apparizione sul palco accanto al "Boss" risale allo scorso dicembre, al Carousel House di Asbury Park, nel New Jersey, mentre a maggio, in occasione della finale del talent show televisivo "American Idol", si era esibito al fianco di Lady Gaga.

martedì 14 giugno 2011

lunedì 13 giugno 2011

Urne chiuse in Venezuela, il bilancio nero del voto all’estero

TRATTO INTEGRALMENTE DA WWW.VOCE.COM.VE

MERITA DI ESSERE POSTATO XCHE' MI SEMBRA DI ESSERE NELLO YEMEN INVECE CHE IN ITALIA E X QUESTO PUBBLICO QUESTA FRASE DI 130 ANNI FA:
«Tutt'altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all'interno ed umiliata all'estero». Giuseppe Garibaldi (1880)
 

Per l’organizzazione delle votazioni fuori dall’Italia sono stati spesi 26 milioni di euro, pari alla spesa annuale per 4,5 milioni di cittadini italiani all’estero. Ma i disagi non sono mancati
13/06/2011
CARACAS - La Direzione Generale degli Italiani all’Estero e le politiche migratorie del ministero degli Esteri è venuta a conoscenza attraverso le pagine della ‘Voce’, delle problematiche vissute dagli italiani in Venezuela che volevano esercitare il proprio diritto di voto per questo referendum ed ha assicurato la validità dei voti espressi dai cittadini nel Paese, anche se alcuni di questi hanno votato con certificati elettorali che riportavano alterazioni nei dati anagrafici. Lo sostiene il Console Generale Giovanni Davoli, contattato dal nostro giornale all’indomani della chiusura delle urne. - Ho avuto uno scambio di battute con dei colleghi a Roma – afferma il Console – e mi hanno confermato che gli errori nelle date di nascita sui certificati elettorali non mettono a rischio la validità del voto. Quello che viene preso in considerazione è il numero nel registro elettorale.
Davoli si nega a rivelare il nome della tipografia incaricata della stampa dei documenti elettorali ma riferisce che è una ditta di connazionali che si è già occupata del processo di stampa per le scorse tornate elettorali. - In passato hanno dato ottima prova di sé, ora ci hanno deluso - commenta il diplomatico. Secondo Davoli non era compito del Consolato controllare, magari a campione, la correttezza delle schede. - Con quale scopo? Non ne vedevo il fine - sostiene. Ora che il danno è fatto - ma è solo un “danno all’immagine”, commenta il Console - è importante però capire le ragioni dell’errore ed adottare provvedimenti nei confronti dei connazionali responsabili dell’alterazione dei dati anagrafici. - Stiamo verificando il tutto con gli avvocati e prenderemo provvedimenti. La ditta non ha rispettato un contratto ed ha commesso un errore grave.
Gli italiani in Venezuela hanno un passato burrascoso in tema di elezioni. Noto lo scandalo delle schede del centro-sinistra bruciate nelle politiche 2008 dal faccendiere calabrese Aldo Miccichè, su cui indaga la Commissione Antimafia. Migliaia di schede votate dagli italiani in Venezuela finite al rogo e poi “sostituite”. Venuti a galla i brogli ed alla luce i nomi di alcune personalità di spicco della nostra Collettività (nelle intercettazioni spuntano i nomi di due consiglieri del Cgie tuttora in carica) la candidata del Pd, Marisa Bafile ipotizzava: “Secondo me prima avevano manomesso i plichi, poi a un certo punto evidentemente non hanno più avuto la possibilità di farlo e quindi hanno dovuto per forza eliminarle, in questo caso bruciandole”. Manomettere i plichi? Con nell’armadio scheletri di questa mole, forse sarebbero stati necessari dei controlli. Quello che però ora preoccupa il nostro Consolato sono le centinaia di schede elettorali mai arrivate a destinazione e rispedite al mittente. Davoli addebita la responsabilità al sistema postale venezuelano - dimostratosi inadeguato nelle operazioni di mailing anche poco tempo fa, quando bisognava notificare a più di 3 mila pensionati le nuove disposizioni dell’Inps -, agli “indirizzi aleatori” che rendono incerta la ricezione dei documenti e alla superficialità di alcuni cittadini che non aggiornano i propri dati, conservando presso gli elenchi Aire vecchi indirizzi.
A urne chiuse, comunque, il bilancio dell’operazione referendum all’estero è negativo. Tanti italiani non hanno ricevuto la scheda per votare e, quando l’hanno richiesta, hanno scoperto di essere scomparsi dalle liste Aire. Altri, invece, sono rimasti perplessi quando si sono ritrovati in mano certificati elettorali inverosimili secondo i quali erano nati nell’Ottocento o alla fine del Terzo millenio: “Posso votare se risulto non ancora nato?” si è chiesto qualcuno. Infine i disagi sofferti al momento di votare presso il Consolato a Caracas, quando ad un certo punto le cassette postali strabordavano ed era impossibile riporvi nuove schede ed i voti dei nostri connazionali sono quindi stati affidati alla buona fede di operatori del Consolato e vigilanti di sicurezza.
Nel frattempo si moltiplicano sui social network di Internet le lamentele degli italiani in Venezuela, in Argentina, in Brasile ed in altri Paesi, per questo referendum vittime di scarsa informazione, disorganizzazione ed inghippi elettorali. Problematiche che si sono sovrapposte nonostante per la sola organizzazione del voto all’estero di questo referendum siano stati spesi 26 milioni di euro, dato citato dal sottosegretario Alfredo Mantica, ossia quanto si spende in tutto un anno per 4,5 milioni di cittadini italiani all’estero.
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha chiesto al presidente della Camera di intervenire per creare un gruppo di lavoro costituito da parlamentari eletti all’estero, che garantiscano la trasparenza delle procedure elettorali all’estero. Il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha dal canto suo depositato un esposto alla procura di Roma in cui si chiede la verifica della regolarità delle operazioni di voto degli italiani all’estero.

I cittadini si sfogano su Facebook Visti i precedenti di atti illegali su cui investiga la magistratura antimafia, nelle votazioni all’estero ed in particolare in Venezuela, non sembra un po’ rischioso un sistema di votazione basato su schede sbagliate? (Venezuela)
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C’è un documento dello stato italiano dove si dice che nonostante “l’errore” il voto è valido? (Venezuela)
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Si può votare senza essere nati? (Venezuela) ... “Alcune persone hanno ricevuto le buste incomplete. Cioè contenenti solo la metà dei documenti che avrebbero dovuto ricevere. Ho trovato tante persone per strada arrabbiate per la disinformazione sul referendum, dicendomi di dover decidere di NON votare solo perché non capivano di cosa si trattava. Infatti, per quelli che non sanno la lingua italiana ma hanno particolare interesse di partecipare in momenti importanti come questi è importante che l’informazione arrivi in spagnolo in modo chiaro ed esaustivo. Leggendo l’informazione in spagnolo nemmeno io, pur sapendo di cosa si tratta, riuscivo a capire niente. Queste persone sono state costrette a rimanere “zitte”.
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A me le schede non sono arrivate, sono andata in consolato a prenderle, appena entrata sulla mia sinistra vedo una stanza con la porta aperta, c’erano tutte le schede nn arrivate, tornate indietro teoricamente. La stanza di almeno 6 x6 metri, era piena di casse di cartone che arrivavano fino al tetto ordinate per nome e cognome, l’ho visto io, nessuno me lo ha raccontato, le schede nn sono state consegnate, a Rosario è stato un caos e chi dice il contrario mente alla grande! È una vergogna! Altro che elezioni politiche! Regna un caos assoluto e nessuno si interessa di noi! Noi italiani all’estero non contiamo niente, zero, mi vergogno io che appartengo alla collettività italiana di Rosario, ma in Consolato cosa penseranno?
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Con quale spirito pensiamo che gli Italiani all’estero voteranno le prossime elezioni politiche? È dura a dirla, ma purtroppo in Italia siamo un paese Incivile, corrotto.
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A rosario il Consolato faceva una pubblicità che andava in onda a mezzanotte e passa, siamo da ricorverare! Sono arrabbiata, che poi la figuraccia la facciamo sempre noi italiani nel mondo!
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Vergognoso è dire poco... dove sono i parlamentari all’estero?
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Il bunga bunga delle schede!
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Di fatto sono venuti meno all’art 48, ci sono tutti i presupposti per un azione legale.
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Sempre peggio con il voto all’estero. Si deve far qualcosa, va immediatamente cambiato il sistema, i nostri parlamentari si devono sedere con consoli e ambasciatori, presidenti dei Comites e associazioni e fare delle modifiche al voto all’estero. Così ci fregheranno sempre e poi sempre!
Monica Vistali//La Voce d´Italia

venerdì 10 giugno 2011

DIRITTO O DOVERE

MINIPOST POLITICO DOVUTO COME DI CONSUETO ALLE SPARATE SILVIOTTINE...
AVREI VOLUTO EVITARE PER PAR CONDICO O X ESSERE SUPER PARTEM DI PARLARE DEL REFERENDUM MA L'AFFERMAZIONE DEL PRES. DEL CONSIGLIO:
NON ANDRO' A VOTARE XCHE' E' UN DIRITTO DEL CITTADINO DECIDERE SE ANDARE A VOTARE... MI HA FATTO GIRARE I COGLIONI.
IL VOTO E' UN DIRITTO ACQUISITO...DA QUEL CHE MI RICORDO SE NN SI VOTA X TRE VOLTE CONSECUTIVE SI PERDE TALE DIRITTO...DI CONSEGUENZA X LA COSTITUZIONE IL VOTO E' PARIMENTI UN DOVERE!!!
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA GIURATO FEDELTA' ALLA COSTITUZIONE...QUINDI SPERGIURO,SPERGIURO E SPERGIURO!!!

PARLIAMO ORA DEL REFERENDUM IN GENERALE: E' SICURAMENTE LA + ALTA FORMA DI DEMOCRAZIA CHE POSSA ESISTERE IN UN PAESE CIVILE, E' L'UNICO MODO CHE HANNO I CITTADINI X DIRE DIRETTAMENTE LA LORO OPINIONE RIGUARDO A LEGGI E ARGOMENTI CHE LI RIGUARDANO IN MANIERA ESPLICITA....
ORA,IO PERSONALMENTE NON RITENGO GIUSTO CHE L'ASTENSIONISMO E DI CONSEGUENZA IL QUORUM POSSA LEDERE IL DIRITTO!!!
RITENGO CHE SAREBBE PIU' OPPORTUNO ALZARE IL N° DELLE FIRME X GIUNGERE AL REFERENDUM PIUTTOSTO CHE ANNULLARLO X IL MANCATO RAGGIUNGIMENTO DEL QUORUM. D'ALTRA PARTE SE CHI HA FATTO LE LEGGI E' CONVINTO DI AVERNE STILATO IL TESTO INTERPRETANDO LE VOLONTA' DEI CITTADINI...NN DOVREBBE AVERE NESSUN TIMORE DI QUESTA VOTAZIONE. SE AL CONTRARIO RITIENE DI AVER FATTO UNA CAGATA DI DIMENSIONI SPROPORZIONATE ALLORA....PIUTTOSTO CHE RISCHIARE UNA SCONFITTA...CHIEDE AI PROPRI BIGOTTI SEGUACI DI ASTENERSI DAL VOTO CON DISCORSI DA CINNI DEFICIENTI TIPO:
IL PALLONE E' MIO,IO VADO A CASA E TU NN GIOCHI PIU'!!!

Nucleare, i dimenticati di Chernobyl: indagine sul reattore che fa ancora paura

TRATTO INTEGRALMENTE DA LIBERO.IT

Premio Ilaria Alpi, trasmesso da Rai Due dossier e subito censurato, ecco il film integrale girato dallo scrittore e giornalista Claudio Bernieri in Ucraina, Bielorussia e Russia. Un gruppo di volontari milanesi e torinesi visita i territori intorno a Chernobyl a 25 anni di distanza. Kiev, Gomel, Minsk, i dintorni della centrale nucleare tra Russia, Bielorussia e Ucraina.
I volontari (coordinati da Massimo Bonfatti che sta realizzando con successo nei territori radioattivi dei campi coltivabili “protetti” e non inquinati dalla radioattività) girano tra i residenti dei territori colpiti dalle radiazioni, abbandonati dai governi: qui i tumori sono aumentati vertiginosamente, qui latte, miele, carni, funghi radioattivi vengono esportati in tutto il mondo.

GUARDA IL FILM INTEGRALE SU YOU TUBE: http://youtu.be/vPm6BF60xBk
www.youtube.com/watch?v=vPm6BF60xBk&feature=player_embedded

Il professor Vassilij Nesterenko, un fisico che ha contribuito a progettare la centrale, avverte - inascoltato da anni -l’Europa: “Il sarcofago che ingloba il reattore sta per crollare e il vicino fiume potrebbe tracimare e trascinare le tonnellate di polveri radioattive fino al Mar Nero e da lì nel Mediterraneo”. Parole censurate e occultate dai media occidentali. Una apocalisse annunciata? Un film sconvolgente che Milanosmarritatv, la web tv fuori dal coro, pubblica integralmente. Scritto e girato da Claudio Bernieri.Regia di Oscar Nani.
LA MAPPA DELLE CENTRALI IN EUROPA - Sono 143 le centrali nucleari operative in Unione Europea, 195 se si considerano anche quelle dei paesi confinanti con l'Ue come l'Ucraina (15 impianti), la Russia (32 impianti) e la Svizzera; 75 i reattori spenti destinati allo smantellamento e 8 quelli in costruzione. Il paese piu' ''nucleare'' dell'Unione e' senza dubbio la Francia con 58 centrali operative, che forniscono tre quarti dell'elettricita' consumata nel Paese e una piccola percentuale di quella consumata in Italia. La Francia e' anche esportatrice di tecnologia e i quattro reattori che Enel punta a costruire nel nostro Paese sono proprio del nuovo tipo EPR francese. Finora non c'e' nessun EPR attivo ma ce ne sono due in costruzione in Europa, uno a Flamanville sulla costa della Normandia e uno in Finlandia.
Il paese europeo piu' dipendente dall'atomo fino a poco piu' di un anno fa era la Lituania che produceva col nucleare oltre il 76% della sua elettricita', prima che l'UE imponesse la chiusura dei due grandi reattori di costruzione sovietica da 1.200 MW ciascuno, giudicati non all'altezza degli standard qualitativi europei. Fortemente dipendenti dal nucleare anche la Slovacchia (4 reattori che coprono il 54% del fabbisogno nazionale), il Belgio (7 reattori per 51,7% del fabbisogno), l'Ungheria (4 reattori per il 45% del fabbisogno), la Svezia (10 reattori per il 38% del fabbisogno), Repubblica Ceca (6 reattori per il 36% del fabbisogno elettrico) e, fuori dall'UE ma vicino ai nostri confini, la Svizzera (5 reattori per il 40% del fabbisogno).
Tra i grandi paesi europei che utilizzano l'energia nucleare da segnalare la Gran Bretagna che ha 19 reattori operativi che coprono il 18% della produzione elettrica nazionale e 26 impianti in fase di smantellamento. La maggior parte di questi reattori in 'decomissioning' sta creando non pochi problemi all'autorita' nazionale NDA visto che sono della vecchia tecnologia Magnox che richiede decenni e ingenti risorse per essere smantellata. C'e' poi la Spagna che ha 8 reattori in funzione, che soddisfano il 17,5% della domanda elettrica e 2 in fermata permanente.
In Europa si contano altri 2 reattori in Bulgaria, 2 in Romania e 1 in Slovenia. Sono poi tre i paesi dell'Unione europea che hanno, o hanno avuto, centrali nucleari e che sono usciti, o intendono uscire, da questa tecnologia. Di stretta attualita' il caso della Germania che ha 17 impianti operativi e 19 in fermata permanente. Il governo Merkel, dopo aver varato una legge l'anno scorso che estendeva di 25 anni la vita utile delle sue centrali, solo pochi giorni fa ha invertito la rotta e programmato la chiusura di tutte le sue centrali nei prossimi dieci anni. Per certi versi clamoroso il caso dell'Austria che nel 1978 voto' una moratoria sull'atomo subito dopo il completamento della sua prima centrale nucleare da 800MW, che quindi non entro' mai in funzione. Poi l'Italia che ha ancora 4 reattori (Latina, Trino Vercellese, Garigliano e Caorso) in fase di decomissioning dopo il referendum del 1987. Convertito a fonti fossili l'impianto allora in costruzione a Montalto di Castro.
Necessaria una citazione anche per la Svizzera, dove circa una settimana fa il Consiglio Federale ha deciso di bloccare i cantieri per le nuove centrali e di programmare un'uscita progressiva dall'atomo nell'arco dei prossimi 20 anni. Prevista la costruzione di un nuovo reattore in Olanda, uno in Slovenia, 2 in Romania 4, in Gran Bretagna, e 2 in Ungheria mentre la Polonia, che oggi ha solo centrali tradizionali, ha annunciato di voler entrare nel nucleare con 6 reattori. Cantieri aperti in Repubblica Ceca (su 2 reattori), in Slovacchia (2 reattori), in Finlandia (1 reattore), in Bulgaria (2 reattori) e in Francia (1 reattore in costruzione e un altro gia' programmato). Da segnalare anche gli 11 reattori in costruzione in Russia e i 2 in Ucraina. (Dati OCSE, IAEA e Commissione Europea).

domenica 5 giugno 2011

AVVISO AI NAVIGANTI

ALLORA...FORSE VOI TUTTI SAPETE CHE IL MICK JIM E' IN BARCA.... ED E' OSPITE DI UN TIPO CHE STA RILEVANDO LE ROTTE DELL'ADRIATICO PENSO X LA GARMIN O DITTA SIMILE... SE SIETE DEI BARCAIOLI SFEGATATI E DECIDERETE NEI PROSSIMI ANNI DI VELEGGIARE IN QUEL MARE ...IL MIO CONSIGLIO SPASSIONATO E' QUELLO DI PORTARVI DIETRO IL VECCHIO CARO SESTANTE E DI NN CONFIDARE TROPPO NEL GPS XCHE' LA ROTTA POTREBBE AVERLA TRACCIATA PROPRIO IL MICK.
OVVIAMENTE SCHERZO. CMQ IL PRIMO E X ORA UNICO SMS CHE MI E' GIUNTO LO POSIZIONA IN MONTENEGRO, PER LA PRECISIONE ALLE BOCCHE DI CATTARO DI CUI VI POSTO UN PO' DI NOTIZIE SCIPPATE A VARI SITI WEB:
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.














Mappa delle Bocche di Cattaro

Le isole di San Giorgio e della Madonna dello Scalpello, di fronte a Perasto
Le Bocche di Càttaro (in montenegrino e croato: Boka Kotorska; in montenegrino cirillico: Бока Которска) sono una serie di insenature della costa dalmata del Montenegro, costituite da ampi valloni fra loro collegati che si inseriscono profondamente nell'entroterra.
Caratterizzate da profondi bacini perfettamente riparati dal mare aperto, le bocche di Cattaro costituiscono uno dei migliori porti naturali del Mar Mediterraneo. Grazie a questa caratteristica, unitamente alla facile difendibilità, per secoli i Veneti e poi l'Impero Austro-ungarico hanno costituito una munitissima quanto inespugnata base navale militare.
Le bocche prendono il nome dalla città montenegrina di Kotor, in italiano Cattaro.
A causa della loro somiglianza geomorfologica con la frastagliata costa norvegese, le bocche di Cattaro vengono anche considerate il più meridionale fiordo d'Europa, ma in realtà si tratta di un antico vallone costiero invaso dal mare.
L'insieme delle bocche di Cattaro ha una superficie di 87 km² ed è costituito dalle bocche vere e proprie (ossia il canale d'ingresso che comunica con l'Adriatico), nonché da quattro bacini separati, di una profondità variabile dai 40 ai 60 metri.
L'ingresso delle bocche di Cattaro è segnato a nord dalla sottile penisola di Prevlaka (Vittaglina) e dalla Punta d'Ostro (o Punta Acuta), che costituisce anche la propaggine più meridionale della Croazia, e a sud dalla Punta d'Arza; oltre questo passaggio vi è la baia di Topla o golfo di Castelnuovo (Herceg Novi).
Per mezzo del canale di Combur si passa al secondo bacino, il più esteso: la baia di Teodo, di forma triangolare. Quest'ultima è collegata mediante lo stretto delle Catene (lungo 2 km e largo appena 300 metri) agli ultimi due bacini, anch'essi di forma vagamente triangolare ma più piccoli, che sono il golfo di Risano a NO e il golfo di Cattaro a SE. I due golfi più interni si sviluppano lungo le pendici dirupate delle brulle Alpi Dinariche, tra cui svetta il Monte Lovćen (Monte Leone) sopra Cattaro.
DA: WWW.NEWMONTENEGRO.EU
Le Bocche di Cattaro rappresentano una delle meraviglie naturali dell’area Mediterranea grazie alla bellezza del paesaggio e alla ricchezza biologica e alla forte eredità storica e antropologica. La regione è circondata da alte montagne che raggiungono i 1895 m del Monte Orjen. La particolarità della conformazione geologica, unita ad una sorprendente varietà climatica, spiegano la ricchezza della fauna e della flora, spesso caratterizzate da specie endemiche.
Particolarmente importante è anche la posizione geografica, al confine fra Oriente e Occidente: tutto questo, unito ad una storia turbolente, ha portato alla formazione di una cultura ricca e complessa, crogiolo di Oriente e Occidente, di Uomo e Natura: le Bocche di Cattaro rappresentano un esempio eccezionale, forse unico al mondo.
La bellezza della zona ha affascinato scrittori famosi come Margherite Yourcenar, George Bernard Shaw e Lord Byron. Artisti di tutto il mondo le hanno attribuito appellativi come “La sposa del Mare Adriatico”, “La fata del Mare”, “Il golfo più bello del mondo”, “La bella bocca del Mediterraneo”. Nessuno però è in grado di descrivere la struggente bellezza che si presenta al visitatore, che fece scrivere al poeta Ljuba Nenadovic: "Mi sembra strano che il sole possa tramontare su tale bellezza."
Le Bocche di Cattaro, che penetrano per 28 Km la costa, costituiscono una simbiosi armonica tra vari ambienti naturali e un ricco patrimonio artistico: rappresentano il più grande fiordo del Mediterraneo ed anche il più bello. Circondata dai pendii dei monti Lovćen e Vrmac e dal Parco Nazionale di Lovćen e Orjen, l’area comprende 12000 ettari, di cui 2600 ricoperti dalle acque del mare.
L’area è fortemente carsica: l’acqua delle abbondantissime precipitazioni scompare nel sottosuolo, dove forma fiumi sotterranei che sfociano nel mare, causandone il basso tasso di salinità. A causa della particolare conformazione geografica, con le montagne che si affacciano sul mare, le Bocche di Cattaro presentano una grande varietà climatica: si passa dal clima Mediterraneo a quello sub-alpino. Ovviamente questa varietà climatica induce una spettacolare varietà di ecosistemi, caratterizzati da numerose varietà di alberi e piante: l’alloro, tipica pianta mediterranea, gli oleandri vicino alla città di Risan e i pini nell’area nordoccidentale.
La specie endemica più rappresentativa è una lumaca (Clausilia catharensis) che vive solo sugli antichi muri della città di Kottor. Il fiordo rappresenta l’area più ricca di vita di tutto il mare Adriatico, caratterizzata anche da specie rare ed endemiche.