domenica 28 giugno 2009

MEZZO SECOLO DI COMPUTER


MIRKO MI HA SEGNALATO LA NOTIZIA QUALCHE GIORNO FA... MOLTI DI VOI L'AVRANNO LETTA O SENTITA MA PENSO CHE MERITI LO STESSO UNA CITAZIONE


Soprannominato CEP, acronimo per “Calcolatrice elettronica pisana”: in questi giorni si festeggia il mezzo secolo dalla storica realizzazione. Dal suggerimento di Enrico Fermi nel 1954 venne avviata una attività di ricerca presso l'Università di Pisa, cui si associò l'Olivetti.
L'Olivetti Elea 9003, del 1959, non fu soltanto il primo calcolatore elettronico italiano, ma anche uno dei primissimi al mondo costruito interamente a transistor, che consentiva velocità e affidabilità assai maggiori e dimensioni molto più contenute rispetto ai precedenti sistemi a valvole.
Una distesa grande quanto un campo da tennis e alta come un frigorifero, un intrico di valvole e transistor in grado di mettere insieme una memoria di 8k e di svolgere 70.000 addizioni al secondo.
Presentava soluzioni d'avanguardia anche dal punto di vista logico e funzionale, quali la possibilità di operare in multiprogrammazione (fino a 3 processi in parallelo), il concetto di "interrupt" e la capacità di gestire un'ampia gamma di unità periferiche.Un giovane architetto, Ettore Sottsass, riuscì a coniugare l'eleganza con la funzionalità; in particolare, i cavi che collegavano le varie unità del sistema erano posti in alto, entro apposite canalette, evitando così onerose sottopavimentazioni.
Le informazioni potevano essere introdotte utilizzando dispositivi diversi, dalla scheda perforata al nastro magnetico. L'unità centrale restituiva i risultati delle elaborazioni attraverso stampanti (il monitor come periferica di output non esisteva ancora), oltre che sui dispositivi di input citati in precedenza. Lavorava 24 ore su 24, divorando chilometri di nastri di carta, e per verificarne il funzionamento si doveva ricorrere a un robusto martello.

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