lunedì 13 aprile 2009

IL RITORNO DI GAUCCI


MINIESTRATTO DELLA LUNGA INTERVISTA DI PANORAMA (POTETE LEGGERLA INTEGRALMENTE SU WWW.PANORAMA.IT E CERCATE GAUCCI - NON RIESCO A CREARE UN LINK FUNZIONANTE)

“Andreotti è uno dei miei migliori amici. Forse il migliore. Mi chiama e mi dice: ‘Luciano, dovresti comprarti la Lazio. Domani va’ da Geronzi e chiudiamo l’affare. Se non lo fai tu, quelli spariscono e a noi romanisti la Lazio ci serve’. Io gli dico: Giulio, mi puoi chiedere tutto ma non di fare il presidente della Lazio, io so’ giallorosso come te. E così non se ne fece niente, ma commisi un errore, l’avrei comprata con quattro soldi e ci avrei fatto un buon profitto, però c’è un limite a tutto”.................Cuore buono, dicono di lei, ma coi sindacati erano dolori.
Avevo 12 imprese di pulizie e assumevo tutti: le mogli, i figli, i fratelli, le amanti, i nipoti. Oltre al milione al mese gli facevo fare gli straordinari e potevano arrivare anche a 2 milioni. Ma se mi rompevano le scatole… Io rispettavo i patti, ho sempre pagato tutti ma il capo ero io, quindi i sindacati non mi dovevano creare problemi.
Il sindacato cosa è stato secondo lei?
La rovina dell’Italia sì, ma a Gaucci non sono riusciti a creare problemi.
Le tre C di Gaucci: ciclismo, calcio, cavalli.
Il ciclismo l’ho praticato ma si faticava troppo. Poi il calcio: ero un discreto attaccante, però sono stato meglio come dirigente. Per 10 anni vicepresidente della Roma e poi ho comprato Perugia, Viterbese, Sambenedettese, Catania. In seguito il grande amore: i cavalli. Quello che ho ottenuto con i cavalli non ha paragoni.
Con Tony Bin vinse nell’88 l’Arco di trionfo a Parigi.
Giorno indimenticabile. Lo montava John Reed. Arrivo a Parigi e vedo Franco Carraro con l’Aga Khan che aveva tre cavalli favoriti. Erano sicuri di stravincere e mi guardavano come un poveretto. Gli allibratori davano Tony Bin a 25 e io dico: non è possibile, l’anno scorso è arrivato secondo. Così tiro fuori dalla tasca 50 milioni in contanti e me li gioco su Tony Bin. Doveva vedere la faccia di Carraro quando il mio cavallo vinse.
Quanto le fruttò quella vittoria?
Ottocento milioni in contanti più 1 miliardo e 100 milioni per il premio. Mi danno un valigione pieno di banconote e alla dogana francese la guardia mi ferma e mi dice: ‘Che ha là dentro?’. Ah bello, gli faccio, ho vinto l’Arco di trionfo, famme passa’. E così fu. Tony Bin l’avevo pagato all’asta 10 milioni di lire e l’ho rivenduto ai giapponesi per 7 miliardi. Altri 10 miliardi li ha vinti in premi nelle corse. Un bel business, che ne dice?
Erano anni fortunati, vinse anche al Superenalotto.
Feci il 5+1: 2 miliardi 800 milioni..............I suoi amici chi sono?
Monsignor Fiorenzo Angelini e Giulio Andreotti su tutti. Poi Gianni Letta, che credo sia la mente più lucida d’Italia. Mi ha sempre aiutato ma giustamente dalla mia vicenda ha preso le distanze. Come poteva fare altrimenti? Io al suo posto avrei fatto lo stesso. Poi Franco Sensi. Con Dino Viola non avevo un gran rapporto, era geloso di me, lasciò detto ai figli che mai avrei potuto prendere la Roma e invece…
Invece cosa?
Ci arrivai a 1 metro.
Racconti…
Vado da Geronzi ed era tutto fatto. A un certo punto mi chiede: “E che ne vuoi fare di Giannini (Giuseppe Giannini era il capitano della Roma del 1991, ndr)?”. A me non piaceva, pensavo che era arrivato a fine carriera e poi non mi sono mai piaciuti i capi e i capetti. Se compro la Roma, il capo sono io, no? E allora dico a Geronzi che di Giannini posso fare a meno e quello mi guarda male e dice: “Allora, non se ne fa niente”.
Giannini era protetto da Geronzi?
Era amico delle figlie. Vabbe’, è andata così.

......Come le venne in mente di prendere al Perugia il figlio di Muammar Gheddafi?
Con Gheddafi ero amico personale. Per far togliere l’embargo alla Libia il colonnello voleva incontrare un membro della famiglia Bush. Attraverso Frank Stella riuscimmo a combinare un incontro col fratello di Bush padre e la cosa andò benissimo. Sono andato nella sua tenda varie volte e una di queste il figlio mi chiede di venire a giocare nel Perugia. Costava niente, era un bell’investimento di immagine e quindi, perché no? Era simpatico.

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