martedì 12 aprile 2011

BUCAMANTE

DOMENICA MATTINA CON FAMIGLIA E AGGIUNTA DI UN'ALTRA RAGAZZINA SONO STATO ALLE CASCATE DEL BUCAMANTE.
IL PERCORSO FACILE FACILE E LA VICINANZA A CASTELNUOVO SPESSO CI FA TRALASCIARE LA BELLEZZA DI QUEL LUOGO.
CONSIGLIO VIVAMENTE A CHI HA UN'ORETTA DA PERDERE LA VISITA ALLE CASCATE (LE MUSCHIOSE E LE TRAVERSINE SONO SPLENDIDE) CHI POI SI VUOLE SBATTERE POTREBBE RISALIRE FINO A MONFESTINO E POI LANCIARSI COL PARAPENDIO...
DI SEGUITO UN PO' DI STORIA..

Cascate del Bucamante

La stretta vallata del "Bucamante", che è racchiusa tra Monfestino ed il Monte Cornazzano, rappresenta uno dei più pregevoli ambienti naturali del nostro Appennino. Da qui nasce l'omonimo Rio che va ad alimentare il Torrente Tiepido. Il Bucamante è un luogo di particolare bellezza, meta ideale per passeggiate e brevi escursioni ecologiche alla portata di tutti ed è raggiungibile attraverso sentieri che partono da Granarolo o da Monfestino. Nel punto più infossato e fitto dalla vegetazione costituita da carpini, aceri, cornioli, maggiociondoli e quercioli, si trovano "le cascate" ovvero alcuni salti d'acqua di media entità. Il micro clima permette lo sviluppo delle orchidee, delle peonie, del pisello selvatico, del geranio nodoso, dell'edera, della vitalba che rende con i sui tralci o "liane" ancor più impenetrabile la boscaglia e il proliferare di una notevole varietà di fauna ittica.
Infine, "le cascate di Bucamante " sono il luogo dove la leggenda vuole si concludesse con un tragico epilogo il contrastato amore tra un pastore e la figlia di un dignitario incaricato del governo della Podesteria di Monfestino. Il nome del luogo deriva infatti da una tragica e allo stesso tempo romantica vicenda:”Nel castello di Monfestino, tanto tempo fa, viveva una nobile famiglia, composta dal padre Guidobaldo, dalla madre, donna Elvira, e dalla figlia, la bionda Odina che aveva allora diciassette anni. La fanciulla, bellissima d’aspetto, era solita fare lunghe passeggiate, in compagnia della domestica Fiorina, per i boschi ed i castagneti, per raccogliere fiori selvatici ed ammirare leprotti e caprioli. Un giorno Odina volle scendere ai piedi del monte, dove pascolavano greggi di pecore, ed incontrò un giovane pastore di nome  Titiro. Aveva un volto molto bello e lunghi capelli biondi. I due ragazzi si guardarono intensamente negli occhi. Da quel giorno si incontrarono più volte di nascosto, riuscendo sempre ad allontanare la domestica. Un giorno però Fiorina vide i due giovani abbracciati e cose a svelare a donna Elvira il segreto della figlia. Odina, anche se era stata rinchiusa nel castello, non riusciva a dimenticare il suo innamorato. Una mattina, però qualcuno dimenticò di chiudere a chiave la porta della sua stanza e la fanciulla riuscì a fuggire. Corse veloce per i boschi e raggiunse Titiro. Ad un certo punto sentirono le voci dei domestici alla ricerca della fanciulla ed il latrare dei cani. Presi dalla paura e dallo sconforto si abbracciarono stretti e si gettarono nella cascata. I servi giunti sul posto guardarono impietriti i corpi esanimi di Odina e Titiro. La buca che si era formata sotto il peso dei loro corpi divenne la buca degli amanti, cioè Bucamante e diede il nome anche al torrente.

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