martedì 5 luglio 2011

La prescrizione non basta

DUE ARTICOLI DALLE NEWS DI OGGI...UN SOLO TITOLO

GUIDO BOFFO/LA STAMPA
Giustizia non sarà fatta, perché persino la revoca dello scudetto del 2006 appare sproporzionata alla ricostruzione del secondo filone di Calciopoli, quale risulta dalla relazione del procuratore federale Stefano Palazzi. Un atto di accusa - nei confronti dell’Inter ma non solo - dal quale non vediamo come il Consiglio federale del prossimo 18 luglio potrà discostarsi.

Ma per una risposta che verrà data, ce ne sono molte altre inevase. Troppe. Palazzi ha tolto il velo all’ipocrisia di Calciopoli capitolo primo, alla miopia di chi condusse quell’inchiesta, alla frettolosità di certe scelte (a cominciare dall’assegnazione dello scudetto contestato). Lo ha fatto sei anni dopo, un’eternità. Ea questo punto nessuno può impedire che uno spettro si aggiri nel calcio italiano. Lo spettro di una prescrizione che riapre lo scandalo. Nella relazione di Palazzi vi sono diversi passaggi duri e uno durissimo. Là dove, a proposito degli assidui rapporti tra Giacinto Facchetti e la classe arbitrale, si delinea «la violazione dell’oggetto protetto dall’articolo 6 del Codice di giustizia sportiva ». Ovvero l’illecito sportivo. Basti ricordare che la Juve venne condannata alla retrocessione in serie B non sulla base dell’articolo 6,ma per una serie di violazioni dell’articolo 1, quello sulla lealtà sportiva. In definitiva, nel suo caso, non potendolo provare, l’illecito si dovette presumere. Cosa sarebbe successo se sei anni fa quelle stesse intercettazioni che ora gettando ombre pesantissime sull’Inter (e non solo) fossero state sbobinate, anziché depennate dall’inchiesta, e coerentemente messe a disposizione dei giudici sportivi? Perché gli inquirenti napoletani le giudicarono irrilevanti?Eammesso che lo fossero ai fini del procedimento penale, come mai non le segnalarono alla procura sportiva?

L’idea di una Calciopoli a senso unico è aberrante. Non allevia le responsabilità di Moggi e soci, questo va detto con chiarezza,ma opera una distinzionemanichea tra buoni e cattivi, tra persecutori e vittime, quando le carte dimostrano che le interferenze sui campionati erano molto più estese. E’ penoso che Facchetti non possa difendersi dall’accusa di «aver voluto assicurare un vantaggio in classifica a favore della società Internazionale FC mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale».Potrà in compenso farlo Moratti, lui stesso coinvolto nel j’accuse di Palazzi. Non rischia più sanzioni, ma siamo convinti che questo non possa bastargli. Tutto si prescrive, tranne i comportamenti. Se lo scudetto del 2006 doveva essere il vessillo dell’eticità, requisito formulato dai tre saggi che sostennero Guido Rossi nella riassegnazione, all’improvviso rischia di diventare l’emblema di un’ingiustizia sommaria.

SPUNTA NORMA PRO-FININVEST:E' SCONTRO (DA IL SOLE 24ORE)

Alla fine la norma tanto attesa (o temuta) spunta per davvero. Annidate tra le pieghe del testo della manovra inviato al Quirinale trovano spazio anche poche righe inserite alla fine dell'articolo dedicato alle misure sulla giustizia. Poche ma micidiali. Per gli effetti politici e per l'(ovvia) coda di polemiche che si tirano dietro.
Sino a potere compromettere la firma del capo dello Stato al provvedimento. Perché intervenire a gamba tesa nella causa sul Lodo Mondadori, con i giudici vicini alla sentenza, attesa per il fine settimana, dopo che in primo grado Fininvest è stata condannata a pagare 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, significa, anche, complicare gravemente il percorso della manovra.
Due piccole modifiche al Codice di procedura civile per stabilire che quella che sino ad adesso è una semplice facoltà del giudice, sospendere l'esecuzione di una sentenza di condanna in attesa del verdetto del grado di giudizio successivo diventa un obbligo. Un vincolo cui il giudice non si può sottrarre quando la condanna riguarda, in primo grado, somme superiori a 10 milioni di euro e, in appello, a 20 milioni. Paletti che il maxirisarcimento a carico del gruppo di Silvio Berlusconi, che più volte negli ultimi tempi si era detto preoccupato per la vicenda, supera ampiamente.
Insomma, se anche la sentenza di secondo grado confermasse la condanna nella proporzione tanto temuta dal premier, l'effetto per Fininvest sarebbe nullo. Basterebbe infatti la presentazione di una cauzione, questa la condizione cui è sottoposto il congelamento delle pronuncie, per sterilizzare l'impatto della sanzione. Almeno fino al momento del successivo verdetto della Cassazione.
Che una misura di questo tenore rientrasse nell'ordine delle possibilità era opinione diffusa. Ma nel testo della manovra la disposizione ha poi trovato posto solo all'ultimo momento (come ha anticipato il sito online del Sole 24 Ore). Perché nella versione approvata in Consiglio dei ministri e poi circolata anche nelle redazioni la disposizione era del tutto assente. O meglio era previsto un intervento sul medesimo tema ma di significato del tutto opposto, senza dubbio più coerente con l'impianto della manovra e, segnatamente, delle misure sulla giustizia. Veniva infatti introdotta una sanzione pecuniaria, fino a 10mila euro, per le richieste di sospensione dell'esecuzione delle sentenze manifestamente infondate. Una misura indirizzata a colpire le condotte puramente dilatorie secondo una 'filosofia' che già ha caratterizzato precedenti misure assunte dal Governo.
Laconico Carlo De Benedetti. Intercettato in Bocconi a margine di un convegno sulle liberalizzazioni si limita a un «ho sentito» per prendere poi il largo. Durissime invece le reazioni del Pd. Con il segretario Pierluigi Bersani che attacca, «se una cosa del genere fosse confermata sarebbe la prova che per tutti gli italiani la manovra sarà un problema e per il presidente Berlusconi una soluzione. Voglio credere che non si insulti il Parlamento trasmettendogli una norma del genere». Mentre il presidente Rosy Bindi evidenzia la nuova prova del conflitto d'interessi che soffoca il Paese, il presidente dell'Anm Luca Palamara giudica la misura come «iniqua e incostituzionale» e del tutto scollegata dal contesto delle misure urgenti sul processo civile. Timida la reazione della maggioranza affidate ad Enrico Costa capogruppo Pdl alla Camera in commissione Giustizia: «In un momento di difficoltà economica abbiamo provato a contemperare le esigenze del creditore con quelle del debitore».

sabato 2 luglio 2011

WAR

Edwin Starr, all'anagrafe Charles Edwin Hatcher (1942/2003), era un cantante statunitense
noto per varie hit soul degli anni settanta, la più celebre delle quali è War.

Biografia

Dopo la nascita, nel a Nashville, si trasferì presto a Cleveland, in Ohio, dove crebbe insieme ai cugini Roger et Willie Hatcher, anche loro cantanti soul.
Nel 57 formò un gruppo doo-wop, The Future Tones, e cominciò la sua carriera di cantante.
Negli anni sessanta visse a Detroit, incidendo inizialmente per una piccola casa discografica, la Ric-Tic, successivamente per la più famosa Motown, quando questa assorbì la prima nel 68.
Il suo primo successo risale al 1965: si tratta di Agent Double'O'Soul, sicuramente ispirato ai film di James Bond, in voga in quel periodo.
È del 1968 il primo successo di rilevanza internazionale: 25 miles ancora spesso suonato da radio oldies
Sicuramente la canzone per il quale è ricordato è War, del 1970. Si tratta di un pezzo di protesta contro la guerra del Vietnam, e l'interpretazione di Starr (tra l'altro il singolo venne registrato praticamente in presa diretta, a detta del cantante per gli esigui tempi di registrazione concessi dallo studio) fornisce alla canzone una intensità del tutto sconosciuta alla precedente versione incisa dal gruppo dei Temptations, facendone una pietra miliare tra gli inni pacifisti e oltrepassando le generazioni a cui era destinata. È infatti spesso campionata come base di canzoni hip hop o inserita quale colonna sonora in vari film.
Nel 1973 Starr si trasferì in Inghilterra, continuando per tutti gli anni '70 a registrare soul music. Da ricordare in questo periodo Hell Up In Harlem composta per l'omonimo film del 1974.
Nel 1979 riuscì di nuovo a rientrare nelle hit parade con un paio di canzoni disco, intitolate (Eye-To-Eye) Contact e H.A.P.P.Y. Radio.
Morì nel 2003 per un attacco cardiaco nella sua casa a Beeston, vicino NottinghamWar è la più famose tra le canzoni di Edwin Starr. Tipica canzone anti guerra del Vietnam fu scritta nel 1969 da Norman Whitfield e Barrett Strong per la Motown ed inizialmente “affidata” ai Temptations. Poi, a grande richiesta, incisa come singolo da Edwin Starr nel 1970.

Il testo di War e dopo la traduzione:

War
What is it good for
Absolutely nothing
War
What is it good for
Absolutely nothing
War is something that I despise
For it means destruction of innocent lives
For it means tears in thousands of mothers’ eyes
When their sons go out to fight to give their lives
War
What is it good for
Absolutely nothing
Say it again
War
What is it good for
Absolutely nothing
War
It’s nothing but a heartbreaker
War
Friend only to the undertaker
War is the enemy of all mankind
The thought of war blows my mind
Handed down from generation to generation
Induction destruction
Who wants to die
War
What is it good for
Absolutely nothing
Say it again
War
What is it good for
Absolutely nothing
War has shattered many young men’s dreams
Made them disabled bitter and mean
Life is too precious to be fighting
wars
each day
War can’t give life it can only take it away
War
It’s nothing but a heartbreaker
War
Friend only to the undertaker
Peace love and understanding
There must be some place for these things today
They say we must fight to keep our freedom
But Lord there’s gotta be a better way
That’s better than
War
War
What is it good for
Absolutely nothing
Say it again
War
What is it good for
Absolutely nothing
Il testo tradotto via www.antiwarsongs.org
LA GUERRA
La guerra
a cosa serve
assolutamente a nulla
La guerra
a cosa serve
assolutamente a nulla
La guerra è qualcosa che disprezzo
perché significa distruggere vite innocenti
perché significa lacrime negli occhi di migliaia di madri
quando i loro figli vanno a combattere per dar la loro vita
La Guerra
a cosa serve
assolutamente a nulla
Ditelo ancora
A cosa serve
assolutamente a nulla
La guerra
non serve che a spezzare il cuore
è amica solo di chi la intraprende
la guerra è nemica di tutta l’umanità
il pensiero della guerra mi fa esplodere la testa
passato di generazione in generazione
induzione distruzione
chi vuole morire
La Guerra
a cosa serve
assolutamente a nulla
Ditelo ancora
A cosa serve
assolutamente a nulla
La guerra ha mandato in pezzi i sogni di tanti giovani
li ha resi invalidi, amareggiati e malvagi,
la Vita è troppo preziosa per combattere
guerre
ogni giorno
la guerra non porta la vita, la porta solo via
La guerra
non serve che a spezzare il cuore
è amica solo di chi la intraprende
la guerra è nemica di tutta l’umanità
pace amore e comprensione
ci dev’essere spazio, oggi, per queste cose
dicono che si deve combattere per preservare la libertà
ma, perdio, ci dev’essere un modo migliore
migliore
della guerra
La Guerra
a cosa serve
assolutamente a nulla
Ditelo ancora
A cosa serve
assolutamente a nulla

mercoledì 22 giugno 2011

Baco informatico nelle prove Invalsi

TORNO A PARLARVI DELL'ESAME SCOLASTICO + CRITICATO E CONTESTATO DELLA STORIA. INTANTO PERCHE' DA OGGI A CASA MIA NN SI PARLERA' + DI SCUOLE MEDIE (FINITE ANCHE DALLA PICCOLA) E POI XCHE' ORAMAI L'ALTRA NOTIXIA NAZIONALE RIGUARDA L'ENNESIMA LOGGIA MASSO/MAFIOSA CHE CON UNA FANTASIA QUASI PROVERBIALE E' STATA CHIAMATA P4...SINCERAMENTE MI FA PROPRIO CACARE PARLARE DI QUESTE COSE SCHIFOSAMENTE BASTARDE CHE GIOCANO SULLE NS VITE INSAMMA UN NERVOS DA BESTIA!!!

COPY AND PAST DAL SOLE 24ORE
Test Invalsi senza pace. Un errore nella griglia di correzione delle prove di italiano e matematica, affrontate lunedì da circa 600mila studenti di terza media, ha riacceso ieri le proteste dei sindacati (non tutti) contro i test nazionali, usati per "misurare" la preparazione degli alunni.
Il tutto nella giornata in cui i lavoratori dell'Istituto di valutazione hanno protestato davanti alla sede del ministero dell'Istruzione, per denunciare che sono scaduti o stanno per scadere i contratti a termine di 46 persone, a cui si aggiungono i contratti di 10 collaboratori. «Non è più sostenibile - hanno spiegato i manifestanti - portare avanti un Istituto di ricerca che ha solo 22 lavoratori stabili».
Ad allertare gli insegnanti - che avevano già corretto le prove - sugli errori nelle griglie di correzione dei test Invalsi è stata, lunedì sera, una e-mail inviata ai dirigenti scolastici: il responsabile del servizio di valutazione dell'Istituto, Roberto Ricci, segnalava un problema tecnico nelle griglie che avrebbe falsato il voto finale. Nessun problema se il punteggio di italiano è uguale a superiore a 21, spiegava il messaggio. Sotto i 20 punti è indispensabile ricontrollare le risposte del gruppo A. Se le risposte corrette sono 16, bisogna ricalcolare tutto.
Problemi anche per matematica, nelle domande D2 e D9: se il candidato ha fornito tre risposte esatte su quattro bisogna ricalcolare punteggio e voto con la maschera corretta. Tutto liscio, invece, per le prove corrette manualmente. Ieri mattina l'Invalsi ha inviato una «maschera» corretta per rivedere i compiti, mentre il Miur ha confermato la piena validità della prova.
Sul piede di guerra Cobas e Gilda, che tornano a chiedere l'eliminazione dei quiz. Il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo parla di «un ministero allo sbando». Mentre il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima, pur definendo l'incidente «deprecabile», non intende associarsi ad «affrettati plotoni di esecuzione». Oggi, intanto, si apre con la prova scritta di italiano l'esame di Stato per 495.771 studenti. (V.Me.)

domenica 19 giugno 2011

bye bye BIG MAN

Clemons, il "Big Man", è morto a 69 anni. A maggio l'ultima
esibizione al fianco di Lady Gaga

Il ricordo del Boss: «Il mio socio»

NEW YORK
Clarence Clemons, lo storico sassofonista della E Street Band di Bruce Springsteen, è morto questa notte. Una settimana fa era stato colpito da un ictus mentre si trovava nella sua casa in Florida. Lo ha reso noto un portavoce della band. Il "Boss" si è detto «distrutto dal dolore», riferisce la Cnn: «Ha sempre dato il massimo, ogni volta che è salito sul palco. Era un grande amico, il mio socio», ha aggiunto Springsteen.

Soprannominato da sempre "Big Man" per via della sua stazza, Clemons, 69 anni, ha accompagnato Springsteen fin dai primi anni Settanta. Ma da tempo aveva problemi di salute, soprattutto legati alla schiena e alle ginocchia, per i quali si è dovuto sottoporre a più interventi.

«L'ultimo tour è stato un vero inferno ma questo dolore mi ha reso molto più forte», aveva dichiarato il sassofonista a Rolling Stone, lo scorso febbraio, «e finché la mia bocca, le mie mani e il mio cervello funzioneranno continuerò a suonare». Dopo l'ictus, Clemons era stato sottoposto a due interventi chirurgici al cervello.

La sua ultima apparizione sul palco accanto al "Boss" risale allo scorso dicembre, al Carousel House di Asbury Park, nel New Jersey, mentre a maggio, in occasione della finale del talent show televisivo "American Idol", si era esibito al fianco di Lady Gaga.

martedì 14 giugno 2011

ITALIA 4 --- MILAN 0

LE PAGINE DEI GIORNALI DI OGGI...SEMBRANO PROPRIO QUESTA!!!

lunedì 13 giugno 2011

Urne chiuse in Venezuela, il bilancio nero del voto all’estero

TRATTO INTEGRALMENTE DA WWW.VOCE.COM.VE

MERITA DI ESSERE POSTATO XCHE' MI SEMBRA DI ESSERE NELLO YEMEN INVECE CHE IN ITALIA E X QUESTO PUBBLICO QUESTA FRASE DI 130 ANNI FA:
«Tutt'altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all'interno ed umiliata all'estero». Giuseppe Garibaldi (1880)
 

Per l’organizzazione delle votazioni fuori dall’Italia sono stati spesi 26 milioni di euro, pari alla spesa annuale per 4,5 milioni di cittadini italiani all’estero. Ma i disagi non sono mancati
13/06/2011
CARACAS - La Direzione Generale degli Italiani all’Estero e le politiche migratorie del ministero degli Esteri è venuta a conoscenza attraverso le pagine della ‘Voce’, delle problematiche vissute dagli italiani in Venezuela che volevano esercitare il proprio diritto di voto per questo referendum ed ha assicurato la validità dei voti espressi dai cittadini nel Paese, anche se alcuni di questi hanno votato con certificati elettorali che riportavano alterazioni nei dati anagrafici. Lo sostiene il Console Generale Giovanni Davoli, contattato dal nostro giornale all’indomani della chiusura delle urne. - Ho avuto uno scambio di battute con dei colleghi a Roma – afferma il Console – e mi hanno confermato che gli errori nelle date di nascita sui certificati elettorali non mettono a rischio la validità del voto. Quello che viene preso in considerazione è il numero nel registro elettorale.
Davoli si nega a rivelare il nome della tipografia incaricata della stampa dei documenti elettorali ma riferisce che è una ditta di connazionali che si è già occupata del processo di stampa per le scorse tornate elettorali. - In passato hanno dato ottima prova di sé, ora ci hanno deluso - commenta il diplomatico. Secondo Davoli non era compito del Consolato controllare, magari a campione, la correttezza delle schede. - Con quale scopo? Non ne vedevo il fine - sostiene. Ora che il danno è fatto - ma è solo un “danno all’immagine”, commenta il Console - è importante però capire le ragioni dell’errore ed adottare provvedimenti nei confronti dei connazionali responsabili dell’alterazione dei dati anagrafici. - Stiamo verificando il tutto con gli avvocati e prenderemo provvedimenti. La ditta non ha rispettato un contratto ed ha commesso un errore grave.
Gli italiani in Venezuela hanno un passato burrascoso in tema di elezioni. Noto lo scandalo delle schede del centro-sinistra bruciate nelle politiche 2008 dal faccendiere calabrese Aldo Miccichè, su cui indaga la Commissione Antimafia. Migliaia di schede votate dagli italiani in Venezuela finite al rogo e poi “sostituite”. Venuti a galla i brogli ed alla luce i nomi di alcune personalità di spicco della nostra Collettività (nelle intercettazioni spuntano i nomi di due consiglieri del Cgie tuttora in carica) la candidata del Pd, Marisa Bafile ipotizzava: “Secondo me prima avevano manomesso i plichi, poi a un certo punto evidentemente non hanno più avuto la possibilità di farlo e quindi hanno dovuto per forza eliminarle, in questo caso bruciandole”. Manomettere i plichi? Con nell’armadio scheletri di questa mole, forse sarebbero stati necessari dei controlli. Quello che però ora preoccupa il nostro Consolato sono le centinaia di schede elettorali mai arrivate a destinazione e rispedite al mittente. Davoli addebita la responsabilità al sistema postale venezuelano - dimostratosi inadeguato nelle operazioni di mailing anche poco tempo fa, quando bisognava notificare a più di 3 mila pensionati le nuove disposizioni dell’Inps -, agli “indirizzi aleatori” che rendono incerta la ricezione dei documenti e alla superficialità di alcuni cittadini che non aggiornano i propri dati, conservando presso gli elenchi Aire vecchi indirizzi.
A urne chiuse, comunque, il bilancio dell’operazione referendum all’estero è negativo. Tanti italiani non hanno ricevuto la scheda per votare e, quando l’hanno richiesta, hanno scoperto di essere scomparsi dalle liste Aire. Altri, invece, sono rimasti perplessi quando si sono ritrovati in mano certificati elettorali inverosimili secondo i quali erano nati nell’Ottocento o alla fine del Terzo millenio: “Posso votare se risulto non ancora nato?” si è chiesto qualcuno. Infine i disagi sofferti al momento di votare presso il Consolato a Caracas, quando ad un certo punto le cassette postali strabordavano ed era impossibile riporvi nuove schede ed i voti dei nostri connazionali sono quindi stati affidati alla buona fede di operatori del Consolato e vigilanti di sicurezza.
Nel frattempo si moltiplicano sui social network di Internet le lamentele degli italiani in Venezuela, in Argentina, in Brasile ed in altri Paesi, per questo referendum vittime di scarsa informazione, disorganizzazione ed inghippi elettorali. Problematiche che si sono sovrapposte nonostante per la sola organizzazione del voto all’estero di questo referendum siano stati spesi 26 milioni di euro, dato citato dal sottosegretario Alfredo Mantica, ossia quanto si spende in tutto un anno per 4,5 milioni di cittadini italiani all’estero.
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha chiesto al presidente della Camera di intervenire per creare un gruppo di lavoro costituito da parlamentari eletti all’estero, che garantiscano la trasparenza delle procedure elettorali all’estero. Il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha dal canto suo depositato un esposto alla procura di Roma in cui si chiede la verifica della regolarità delle operazioni di voto degli italiani all’estero.

I cittadini si sfogano su Facebook Visti i precedenti di atti illegali su cui investiga la magistratura antimafia, nelle votazioni all’estero ed in particolare in Venezuela, non sembra un po’ rischioso un sistema di votazione basato su schede sbagliate? (Venezuela)
...
C’è un documento dello stato italiano dove si dice che nonostante “l’errore” il voto è valido? (Venezuela)
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Si può votare senza essere nati? (Venezuela) ... “Alcune persone hanno ricevuto le buste incomplete. Cioè contenenti solo la metà dei documenti che avrebbero dovuto ricevere. Ho trovato tante persone per strada arrabbiate per la disinformazione sul referendum, dicendomi di dover decidere di NON votare solo perché non capivano di cosa si trattava. Infatti, per quelli che non sanno la lingua italiana ma hanno particolare interesse di partecipare in momenti importanti come questi è importante che l’informazione arrivi in spagnolo in modo chiaro ed esaustivo. Leggendo l’informazione in spagnolo nemmeno io, pur sapendo di cosa si tratta, riuscivo a capire niente. Queste persone sono state costrette a rimanere “zitte”.
...
A me le schede non sono arrivate, sono andata in consolato a prenderle, appena entrata sulla mia sinistra vedo una stanza con la porta aperta, c’erano tutte le schede nn arrivate, tornate indietro teoricamente. La stanza di almeno 6 x6 metri, era piena di casse di cartone che arrivavano fino al tetto ordinate per nome e cognome, l’ho visto io, nessuno me lo ha raccontato, le schede nn sono state consegnate, a Rosario è stato un caos e chi dice il contrario mente alla grande! È una vergogna! Altro che elezioni politiche! Regna un caos assoluto e nessuno si interessa di noi! Noi italiani all’estero non contiamo niente, zero, mi vergogno io che appartengo alla collettività italiana di Rosario, ma in Consolato cosa penseranno?
...
Con quale spirito pensiamo che gli Italiani all’estero voteranno le prossime elezioni politiche? È dura a dirla, ma purtroppo in Italia siamo un paese Incivile, corrotto.
...
A rosario il Consolato faceva una pubblicità che andava in onda a mezzanotte e passa, siamo da ricorverare! Sono arrabbiata, che poi la figuraccia la facciamo sempre noi italiani nel mondo!
...
Vergognoso è dire poco... dove sono i parlamentari all’estero?
...
Il bunga bunga delle schede!
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Di fatto sono venuti meno all’art 48, ci sono tutti i presupposti per un azione legale.
...
Sempre peggio con il voto all’estero. Si deve far qualcosa, va immediatamente cambiato il sistema, i nostri parlamentari si devono sedere con consoli e ambasciatori, presidenti dei Comites e associazioni e fare delle modifiche al voto all’estero. Così ci fregheranno sempre e poi sempre!
Monica Vistali//La Voce d´Italia

venerdì 10 giugno 2011

DIRITTO O DOVERE

MINIPOST POLITICO DOVUTO COME DI CONSUETO ALLE SPARATE SILVIOTTINE...
AVREI VOLUTO EVITARE PER PAR CONDICO O X ESSERE SUPER PARTEM DI PARLARE DEL REFERENDUM MA L'AFFERMAZIONE DEL PRES. DEL CONSIGLIO:
NON ANDRO' A VOTARE XCHE' E' UN DIRITTO DEL CITTADINO DECIDERE SE ANDARE A VOTARE... MI HA FATTO GIRARE I COGLIONI.
IL VOTO E' UN DIRITTO ACQUISITO...DA QUEL CHE MI RICORDO SE NN SI VOTA X TRE VOLTE CONSECUTIVE SI PERDE TALE DIRITTO...DI CONSEGUENZA X LA COSTITUZIONE IL VOTO E' PARIMENTI UN DOVERE!!!
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA GIURATO FEDELTA' ALLA COSTITUZIONE...QUINDI SPERGIURO,SPERGIURO E SPERGIURO!!!

PARLIAMO ORA DEL REFERENDUM IN GENERALE: E' SICURAMENTE LA + ALTA FORMA DI DEMOCRAZIA CHE POSSA ESISTERE IN UN PAESE CIVILE, E' L'UNICO MODO CHE HANNO I CITTADINI X DIRE DIRETTAMENTE LA LORO OPINIONE RIGUARDO A LEGGI E ARGOMENTI CHE LI RIGUARDANO IN MANIERA ESPLICITA....
ORA,IO PERSONALMENTE NON RITENGO GIUSTO CHE L'ASTENSIONISMO E DI CONSEGUENZA IL QUORUM POSSA LEDERE IL DIRITTO!!!
RITENGO CHE SAREBBE PIU' OPPORTUNO ALZARE IL N° DELLE FIRME X GIUNGERE AL REFERENDUM PIUTTOSTO CHE ANNULLARLO X IL MANCATO RAGGIUNGIMENTO DEL QUORUM. D'ALTRA PARTE SE CHI HA FATTO LE LEGGI E' CONVINTO DI AVERNE STILATO IL TESTO INTERPRETANDO LE VOLONTA' DEI CITTADINI...NN DOVREBBE AVERE NESSUN TIMORE DI QUESTA VOTAZIONE. SE AL CONTRARIO RITIENE DI AVER FATTO UNA CAGATA DI DIMENSIONI SPROPORZIONATE ALLORA....PIUTTOSTO CHE RISCHIARE UNA SCONFITTA...CHIEDE AI PROPRI BIGOTTI SEGUACI DI ASTENERSI DAL VOTO CON DISCORSI DA CINNI DEFICIENTI TIPO:
IL PALLONE E' MIO,IO VADO A CASA E TU NN GIOCHI PIU'!!!

Nucleare, i dimenticati di Chernobyl: indagine sul reattore che fa ancora paura

TRATTO INTEGRALMENTE DA LIBERO.IT

Premio Ilaria Alpi, trasmesso da Rai Due dossier e subito censurato, ecco il film integrale girato dallo scrittore e giornalista Claudio Bernieri in Ucraina, Bielorussia e Russia. Un gruppo di volontari milanesi e torinesi visita i territori intorno a Chernobyl a 25 anni di distanza. Kiev, Gomel, Minsk, i dintorni della centrale nucleare tra Russia, Bielorussia e Ucraina.
I volontari (coordinati da Massimo Bonfatti che sta realizzando con successo nei territori radioattivi dei campi coltivabili “protetti” e non inquinati dalla radioattività) girano tra i residenti dei territori colpiti dalle radiazioni, abbandonati dai governi: qui i tumori sono aumentati vertiginosamente, qui latte, miele, carni, funghi radioattivi vengono esportati in tutto il mondo.

GUARDA IL FILM INTEGRALE SU YOU TUBE: http://youtu.be/vPm6BF60xBk
www.youtube.com/watch?v=vPm6BF60xBk&feature=player_embedded

Il professor Vassilij Nesterenko, un fisico che ha contribuito a progettare la centrale, avverte - inascoltato da anni -l’Europa: “Il sarcofago che ingloba il reattore sta per crollare e il vicino fiume potrebbe tracimare e trascinare le tonnellate di polveri radioattive fino al Mar Nero e da lì nel Mediterraneo”. Parole censurate e occultate dai media occidentali. Una apocalisse annunciata? Un film sconvolgente che Milanosmarritatv, la web tv fuori dal coro, pubblica integralmente. Scritto e girato da Claudio Bernieri.Regia di Oscar Nani.
LA MAPPA DELLE CENTRALI IN EUROPA - Sono 143 le centrali nucleari operative in Unione Europea, 195 se si considerano anche quelle dei paesi confinanti con l'Ue come l'Ucraina (15 impianti), la Russia (32 impianti) e la Svizzera; 75 i reattori spenti destinati allo smantellamento e 8 quelli in costruzione. Il paese piu' ''nucleare'' dell'Unione e' senza dubbio la Francia con 58 centrali operative, che forniscono tre quarti dell'elettricita' consumata nel Paese e una piccola percentuale di quella consumata in Italia. La Francia e' anche esportatrice di tecnologia e i quattro reattori che Enel punta a costruire nel nostro Paese sono proprio del nuovo tipo EPR francese. Finora non c'e' nessun EPR attivo ma ce ne sono due in costruzione in Europa, uno a Flamanville sulla costa della Normandia e uno in Finlandia.
Il paese europeo piu' dipendente dall'atomo fino a poco piu' di un anno fa era la Lituania che produceva col nucleare oltre il 76% della sua elettricita', prima che l'UE imponesse la chiusura dei due grandi reattori di costruzione sovietica da 1.200 MW ciascuno, giudicati non all'altezza degli standard qualitativi europei. Fortemente dipendenti dal nucleare anche la Slovacchia (4 reattori che coprono il 54% del fabbisogno nazionale), il Belgio (7 reattori per 51,7% del fabbisogno), l'Ungheria (4 reattori per il 45% del fabbisogno), la Svezia (10 reattori per il 38% del fabbisogno), Repubblica Ceca (6 reattori per il 36% del fabbisogno elettrico) e, fuori dall'UE ma vicino ai nostri confini, la Svizzera (5 reattori per il 40% del fabbisogno).
Tra i grandi paesi europei che utilizzano l'energia nucleare da segnalare la Gran Bretagna che ha 19 reattori operativi che coprono il 18% della produzione elettrica nazionale e 26 impianti in fase di smantellamento. La maggior parte di questi reattori in 'decomissioning' sta creando non pochi problemi all'autorita' nazionale NDA visto che sono della vecchia tecnologia Magnox che richiede decenni e ingenti risorse per essere smantellata. C'e' poi la Spagna che ha 8 reattori in funzione, che soddisfano il 17,5% della domanda elettrica e 2 in fermata permanente.
In Europa si contano altri 2 reattori in Bulgaria, 2 in Romania e 1 in Slovenia. Sono poi tre i paesi dell'Unione europea che hanno, o hanno avuto, centrali nucleari e che sono usciti, o intendono uscire, da questa tecnologia. Di stretta attualita' il caso della Germania che ha 17 impianti operativi e 19 in fermata permanente. Il governo Merkel, dopo aver varato una legge l'anno scorso che estendeva di 25 anni la vita utile delle sue centrali, solo pochi giorni fa ha invertito la rotta e programmato la chiusura di tutte le sue centrali nei prossimi dieci anni. Per certi versi clamoroso il caso dell'Austria che nel 1978 voto' una moratoria sull'atomo subito dopo il completamento della sua prima centrale nucleare da 800MW, che quindi non entro' mai in funzione. Poi l'Italia che ha ancora 4 reattori (Latina, Trino Vercellese, Garigliano e Caorso) in fase di decomissioning dopo il referendum del 1987. Convertito a fonti fossili l'impianto allora in costruzione a Montalto di Castro.
Necessaria una citazione anche per la Svizzera, dove circa una settimana fa il Consiglio Federale ha deciso di bloccare i cantieri per le nuove centrali e di programmare un'uscita progressiva dall'atomo nell'arco dei prossimi 20 anni. Prevista la costruzione di un nuovo reattore in Olanda, uno in Slovenia, 2 in Romania 4, in Gran Bretagna, e 2 in Ungheria mentre la Polonia, che oggi ha solo centrali tradizionali, ha annunciato di voler entrare nel nucleare con 6 reattori. Cantieri aperti in Repubblica Ceca (su 2 reattori), in Slovacchia (2 reattori), in Finlandia (1 reattore), in Bulgaria (2 reattori) e in Francia (1 reattore in costruzione e un altro gia' programmato). Da segnalare anche gli 11 reattori in costruzione in Russia e i 2 in Ucraina. (Dati OCSE, IAEA e Commissione Europea).