COLAZIONE E LETTURA DEL RESTO DEL CARLINO.LA NOTIZIA CHE MI HA FATTO INCAZZARE DI PIU' QUESTA MATTINA ERA QUELLA DEL REPORTER GIAPPONESE UCCISO DAL REGIME IN BIRMANIA MA VOGLIO SCIPPARE A QUESTO GIORNALE L'INTERVISTA AL MARESCIALLO DIANA (MALATO DI CANCRO - CAUSA ACCERTATA URANIO IMPOVERITO)
IL MARESCIALLO ordinario Marco Diana (nella foto) è morto da tre anni e mezzo, ma ancora non lo sapeva. E quando gliel’abbiamo comunicato al telefono, dopo aver trovato il suo nome nel dossier che la Direzione generale della sanità militare ha prodotto per la commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, l’ha presa con sarcarsmo. «Vorrei vedere il mio certificato di morte e comunque porterò fiori di campo sulla mia tomba". ......
Marco Diana è l’86° nell’elenco delle 173 vittime con patologie oncologiche: nato il 7 maggio 1969, morto il 20 maggio 2004, c’è scritto. L’errore grottesco in cui è incorsa la sanità con le stellette è solo l’ultimo capitolo del caso Diana.
«LA MIA PATOLOGIA è una delle cinque forme di cancro all’intestino più rare al mondo. Vivo con quattro centimetri di fegato e mezzo rene, sto sperimentando farmaci nuovi, faccio da cavia, insomma, e i 30 che facevano parte del mio gruppo di sperimentazione col prof. Umberto Veronesi sono morti». Il calvario di Marco è iniziato nel ’98 quando è arrivata la diagnosi che non gli lasciava scampo. Poi ci si è messa la burocrazia: due volte gli hanno riconosciuto la causa di servizio per la correlazione tra la missione (in Somalia) e l’insorgenza del tumore. Successivamente, dopo essere stato congedato dall’esercito, un’altra commissione gli ha revocato la pensione minacciando pure di confirscargli l’auto e un podere di famiglia per recuperare le mensilità già erogate.
DECINE di interrogazioni parlamentari e al parlamento regionale, ne hanno fatto «il vessillo dei militari malati», ma ancora oggi «sono in contenzioso col Comitato per la verifica delle pensioni privilegiate perché non mi vogliono riconoscere vittima del dovere». Diana ha un’idea precisa sull’esplosione di tumori e leucemie tra i nostri soldati.
«LA COMMISSIONE parlamentare indaghi sulle sostanze mutagene e cancerogene, non venga dirottata politicamente soltanto sul discorso uranio impoverito: cosa succede quando i proiettili esplodono ad altissime temperature, quando un missile colpisce un carro armato, su un teatro di guerra ma anche in un poligono d’addestramento? In quelle circostanze — spiega — si sprigiona una nube che contiene nano particelle di metalli pesanti, pericolose almeno quanto l’uranio impoverito. Di tutto hanno trovato nel mio organismo.....».
DI LORENZO SANI - RESTO DEL CARLINO DEL 28/9/07
Marco Diana è l’86° nell’elenco delle 173 vittime con patologie oncologiche: nato il 7 maggio 1969, morto il 20 maggio 2004, c’è scritto. L’errore grottesco in cui è incorsa la sanità con le stellette è solo l’ultimo capitolo del caso Diana.
«LA MIA PATOLOGIA è una delle cinque forme di cancro all’intestino più rare al mondo. Vivo con quattro centimetri di fegato e mezzo rene, sto sperimentando farmaci nuovi, faccio da cavia, insomma, e i 30 che facevano parte del mio gruppo di sperimentazione col prof. Umberto Veronesi sono morti». Il calvario di Marco è iniziato nel ’98 quando è arrivata la diagnosi che non gli lasciava scampo. Poi ci si è messa la burocrazia: due volte gli hanno riconosciuto la causa di servizio per la correlazione tra la missione (in Somalia) e l’insorgenza del tumore. Successivamente, dopo essere stato congedato dall’esercito, un’altra commissione gli ha revocato la pensione minacciando pure di confirscargli l’auto e un podere di famiglia per recuperare le mensilità già erogate.
DECINE di interrogazioni parlamentari e al parlamento regionale, ne hanno fatto «il vessillo dei militari malati», ma ancora oggi «sono in contenzioso col Comitato per la verifica delle pensioni privilegiate perché non mi vogliono riconoscere vittima del dovere». Diana ha un’idea precisa sull’esplosione di tumori e leucemie tra i nostri soldati.
«LA COMMISSIONE parlamentare indaghi sulle sostanze mutagene e cancerogene, non venga dirottata politicamente soltanto sul discorso uranio impoverito: cosa succede quando i proiettili esplodono ad altissime temperature, quando un missile colpisce un carro armato, su un teatro di guerra ma anche in un poligono d’addestramento? In quelle circostanze — spiega — si sprigiona una nube che contiene nano particelle di metalli pesanti, pericolose almeno quanto l’uranio impoverito. Di tutto hanno trovato nel mio organismo.....».
DI LORENZO SANI - RESTO DEL CARLINO DEL 28/9/07