
sabato 5 settembre 2009
mercoledì 2 settembre 2009
ART. 187
E POI COME DICE IL DETTO..... DONNA AL VOLANTE.....
martedì 1 settembre 2009
CHE DUE M...NI

NUOVA PROPOSTA DEL DUO MARONI/CALDEROLI - PER UN RESPINGIMENTO PIU' EFFICACE DEI CLANDESTINI E' NECESSARIO DOTARE LE SPIAGGE ITALIANE DI "BUMPERS"!!!

CORRI E PARLA...PARLA E CORRI VA A FINIRE CHE SI FINISCONO GLI ARGOMENTI!
IERI SERA ABBIAMO PARLATO DI EDERA E COME SU TUTTO...TUTTI SBAGLIAVANO E TUTTI AVEVANO RAGIONE. LA DISCUSSIONE SI E' INCENTRATA SULLA "DANNOSITA'" DI QUESTA PIANTA...NECESSARIA LA RICERCA WEB X AVERE UNA RISPOSTA:
Generalità: al genere hedera appartengono numerose specie di arbusti rampicanti, sempreverdi, diffusi nelle zone temperate dell'emisfero nord; H. helix è una specie molto diffusa in Europa e nelle zone settentrionali dell'Asia. Ha fusti sottili, semilegnosi, flessibili, che divengono legnosi con il passare degli anni; su tutta la lunghezza i fusti dell'edera sviluppano piccole radici, che si ancorano al supporto che sostiene la pianta, sia esso un albero o una parete. Le foglie hanno un lungo picciolo, sondi dimensione varia, a seconda della varietà, in genere lucide ed abbastanza rigide, portate da un lungo picciolo; i colori sono vari, dal verde scuro, al verde chiarissimo, con varietà dalle foglie variegate di giallo o di bianco; sono di forma trilobata o pentalobata, con lobi di forma varia, anche sulla medesima pianta. In genere i fusti fertili, ovvero quelli che producono fiori, presentano foglie scarsamente lobate, o anche ovali. In settembre-ottobre all'apice dei fusti produce infiorescenze sferiche, costituite da piccoli fiori verdi, seguiti da bacche scure. I frutti e le foglie di edera sono tossici se ingeriti, ma vengono utilizzati in erboristeria ed anche in farmacologia.
l'edera non è una pianta parassita, nel senso che non succhia la linfa dalle piante su cui si arrampica. Però è vero che, quando avvolge strettamente il tronco, impedisce alla pianta-sostegno di allargarsi, cosa che, nel tempo, può portare quest'ultima a morte.In vaso con altre piante poi, dato la sua natura infestante, riesce anche a succhiare di + e a farle soffrire....
mercoledì 26 agosto 2009
UNA REGINA PER LA CAPANNA

IN ATTESA CHE IL GEN. GUTIERREZ CI FORNISCA LE FOTO UFFICIALI VI POSTO UN PO' DI IMMAGINI DELLA CAPANNA MARGHERITA(M.ROSA) LADRATE DA VARI SITI SU INTERNET.



Il 14 luglio 1889 l’Assemblea dei delegati del Cai approvava il progetto di costruire una capanna oltre 4500 metri per “consentire ad alpinisti e scienziati maggior agio ai loro intenti in un ricovero elevatissimo. Nel 1890 fu scelto il luogo: la punta Gnifetti e fu dato inizio ai lavori. La capanna, predisposta a valle, fu trasportata dapprima con i muli e poi a spalla, con un enorme lavoro a catena e montata sulla vetta.
Il rifugio fu inaugurato il 4 settembre 1893. Qualche giorno prima il 18 e 19 agosto vi aveva pernottato la Regina cui il rifugio era dedicato.
Nel 1899 fu aggiunta la torretta destinata ad osservatorio meteorologico. In quegli anni Angelo Mosso aveva qui svolto importanti studi di ricerca. Nel 1903 a Londra il Consiglio Internazionale delle Accademie riconosceva la capanna Margherita istituzione di “utilità scientifica e meritevole di appoggio”.
Nel 1976 il vecchio rifugio mostrava i segni del logoramento. Nel 1977 la Sezione di Varallo, su incarico della Sede Centrale, diede inizio ai lavori per la nuova capanna che fu inaugurata il 30 agosto 1980.
CHE VOLO....MINCHIA
HO SCELTO QUESTA FOTO XCHE' RENDE L'IDEA SENZA FAR VEDERE LA TUA ESPRESSIONE UNPO' TESA, E POI XCHE' SO CHE NON APPARI VOLENTIERI SUL BLOG.
ANCORA I MIEI COMPLIMENTI PER LE "PALLE"
martedì 25 agosto 2009
La Musica Fa
....VIAGGIARE SENZA PARTIRE O MORIRE.
NEI FINALI D'ESTATE IN SOLITUDINE MI PIACE SDRAIARMI E ASCOLTARE A OCCHI CHIUSI. CAPITA POI CHE DENTRO QUELLA FRAGILE BOLLA UNO RIESCA AD APPREZZARE ANCHE MUSICA CHE 15 ANNI FA NON ERA RIUSCITO A GODERSI...
A volte vorrei vivere nell'aria
E rimanere sospeso senza più ostacoli
Giocare coi mostri delle mie insicurezze
E trasformarli in canzoni come un miracolo
Su tutta la terra che corre sotto i piedi
Come un mappamondo di pezzi fragili
C'è ogni uomo che cerca e cerca la sua idea
Insegue la verità e il suo contrario
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
Tutta la banda e un detonatore
Musica a randa con la testa e con il cuore
È mediterranea e corre a sangue caldo
Tutta la banda fa musica a randa
Il mondo è a pezzi e i pezzi siamo noi
In un rompicapo di gesti fragili
Cerchiamo la gioia ma la gioia è dentro di noi
Perché è magica la verità non è il contrario
La gioia è dentro di noi
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
NEI FINALI D'ESTATE IN SOLITUDINE MI PIACE SDRAIARMI E ASCOLTARE A OCCHI CHIUSI. CAPITA POI CHE DENTRO QUELLA FRAGILE BOLLA UNO RIESCA AD APPREZZARE ANCHE MUSICA CHE 15 ANNI FA NON ERA RIUSCITO A GODERSI...
A volte vorrei vivere nell'aria
E rimanere sospeso senza più ostacoli
Giocare coi mostri delle mie insicurezze
E trasformarli in canzoni come un miracolo
Su tutta la terra che corre sotto i piedi
Come un mappamondo di pezzi fragili
C'è ogni uomo che cerca e cerca la sua idea
Insegue la verità e il suo contrario
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
Tutta la banda e un detonatore
Musica a randa con la testa e con il cuore
È mediterranea e corre a sangue caldo
Tutta la banda fa musica a randa
Il mondo è a pezzi e i pezzi siamo noi
In un rompicapo di gesti fragili
Cerchiamo la gioia ma la gioia è dentro di noi
Perché è magica la verità non è il contrario
La gioia è dentro di noi
La musica fa sognare e volare capire
La musica da la forza di reagire
La musica fa viaggiare senza partire
La musica fa capire ciò che vuoi capire
martedì 18 agosto 2009
martedì 11 agosto 2009
MAREMMA...

MAREMMA...LA TERRA DEI BUTTERI E DEGLI APECAR CHE MULTICOLORI SCORRAZZANO PER LE STRADE STRETTE E POLVEROSE, FASTIDIOSI PROPRIO COME GLI INSETTI.... SI HO TIMBRATO IL CARTELLINO D'AGOSTO ANCHE QUEST'ANNO
SONO CAPITATO PROPRIO ALL'EPILOGO DI UN RITROVAMENTO TIPO

PAOLO FRESU E RALPH TOWNER AL TEATRO DELLE ROC

L'ORCHESTRA DI P.ZA VITTORIO INVECE, VE LA CONSIGLIO VERAMENTE- NON SO COME SIANO I LORO CD MA IL CONCERTO E' N VERO SPETTACOLO
ANCHE IL BALESTRO E' SOSPESO CAUSA LUTTO NEL QUARTIERE DI CITTANOVA MA IL SINDACO HA DETTO CHE LE REGOLE SON REGOLE E CHE SI PUO' SOLO RINVIARE...
GRAZIE SMS HO SAPUTO CHE MICK HA DEFLORATO NATURALMENTE BEN QUATTRO 4000...IL SEGUITO AL MIO RITORNO – AH POI HA ANCHE VOLATOOOOOOOO
QUELLA DEL PIEDE UMANO NON E' PIACIUTA A NESSUNO PERCHE' NESSUNO NE PARLA
SALUTI
venerdì 31 luglio 2009
ROSA DI SERA...BUON VIAGGIO SI SPERA

BUON VIAGGIO MICK!!!
Monte Rosa
Il secondo gruppo montuoso più alto d'Europa e dell'arco Alpino sia per estensione che per importanza, fa parte delle Alpi Pennine e si estende su cinque valli italiane (Valtournenche, Val d'Ayas, Valle del Lys, Valsesia e Valle Anzasca) e due svizzere (SaasTal e MatterTal).
Conta ben 17 punte oltre i 4.000 metri, delle quali, la più alta, la Punta Dufour, tocca i 4.634 m.s.l.m., mentre sulla Punta Gnifetti sorge il rifugio alpino più alto d'Europa, la Capanna Regina Margherita a quota 4.554 m.s.l.m.
Il suo nome, contrariamente a quanto si possa pensare, non deriva dallo splendido color rosa di cui si tingono le cime al tramonto, ma dalla parola "rouja" che in patois (dialetto francofono parlato in Valle d'Aosta) significa ghiacciaio. Il "grande ghiacciaio" in passato era anche noto come "Monboso" come testimonia Leonardo da Vinci in un suo scritto.
Dal Monte Rosa scendono numerosi ghiacciai, tra i quali, segnaliamo i ghiacciai del Gorner (SaasTal) e del Grenz (MatterTal) in Svizzera, mentre in Italia quello di Verra (Val d'Ayas), del Lys e dell'Indren (Valle del Lys), del Piode e del Sesia (Valsesia) e del Belvedere (Valle Anzasca).
Il Monte Rosa, cosi come l'arco Alpino, si è formato nell'era Mesozoica quando lo scontro tra la placca Africana e quella Europea ha scatenato la sovrapposizione dell'una sull'altra, causando l'innalzarsi del materiale roccioso nei secoli.
Nel contesto del Monte Rosa e del suo Tour è possibile ammirare numerose specie animali selvatiche, tra le quali nominiamo: la marmotta, lo stambecco, il camoscio, il capriolo, l'aquila reale, il falco, il gracchio alpino e la volpe.
Il secondo gruppo montuoso più alto d'Europa e dell'arco Alpino sia per estensione che per importanza, fa parte delle Alpi Pennine e si estende su cinque valli italiane (Valtournenche, Val d'Ayas, Valle del Lys, Valsesia e Valle Anzasca) e due svizzere (SaasTal e MatterTal).
Conta ben 17 punte oltre i 4.000 metri, delle quali, la più alta, la Punta Dufour, tocca i 4.634 m.s.l.m., mentre sulla Punta Gnifetti sorge il rifugio alpino più alto d'Europa, la Capanna Regina Margherita a quota 4.554 m.s.l.m.
Il suo nome, contrariamente a quanto si possa pensare, non deriva dallo splendido color rosa di cui si tingono le cime al tramonto, ma dalla parola "rouja" che in patois (dialetto francofono parlato in Valle d'Aosta) significa ghiacciaio. Il "grande ghiacciaio" in passato era anche noto come "Monboso" come testimonia Leonardo da Vinci in un suo scritto.
Dal Monte Rosa scendono numerosi ghiacciai, tra i quali, segnaliamo i ghiacciai del Gorner (SaasTal) e del Grenz (MatterTal) in Svizzera, mentre in Italia quello di Verra (Val d'Ayas), del Lys e dell'Indren (Valle del Lys), del Piode e del Sesia (Valsesia) e del Belvedere (Valle Anzasca).
Il Monte Rosa, cosi come l'arco Alpino, si è formato nell'era Mesozoica quando lo scontro tra la placca Africana e quella Europea ha scatenato la sovrapposizione dell'una sull'altra, causando l'innalzarsi del materiale roccioso nei secoli.
Nel contesto del Monte Rosa e del suo Tour è possibile ammirare numerose specie animali selvatiche, tra le quali nominiamo: la marmotta, lo stambecco, il camoscio, il capriolo, l'aquila reale, il falco, il gracchio alpino e la volpe.
Gli alti valichi del massiccio furono transitati già in antico. Si pensa che i Walser nel XIII secolo siano transitati per il Colle del Lys per migrare dal Vallese alla Valle del Lys. 
La salita alle varie vette del massiccio avvennero nel XIX secolo, partendo generalmente dal versante italiano che era ed è il versante più agevole:
23 luglio 1801 - Pietro Giordani raggiunge la Punta Giordani;
5 agosto 1819 - Johann Niklaus Vincent raggiunge con 2 altre persone la Piramide Vincent;
1 agosto 1820 - Joseph e Johann Niklaus Vincent, Joseph Zumstein, Molinatti, Castel, raggiungono con 5 altre persone la Punta Zumstein;
9 agosto 1842 - Giovanni Gnifetti, parroco di Alagna Valsesia, Giuseppe Farinetti, Cristoforo Ferraris, Cristoforo Grober, fratelli Giovanni, Giacobbe Giordani, raggiungono con 2 altre persone la Punta Gnifetti
1 agosto 1855 - John Birbeck, Charles Hudson, Ulrich Lauener, Christopher Smyth, James G. Smyth, Edward Stephenson, Matthäus Zumtaugwald e Johannes Zumtaugwald raggiungono la Punta Dufour (la vetta più alta del massiccio).

La salita alle varie vette del massiccio avvennero nel XIX secolo, partendo generalmente dal versante italiano che era ed è il versante più agevole:
23 luglio 1801 - Pietro Giordani raggiunge la Punta Giordani;
5 agosto 1819 - Johann Niklaus Vincent raggiunge con 2 altre persone la Piramide Vincent;
1 agosto 1820 - Joseph e Johann Niklaus Vincent, Joseph Zumstein, Molinatti, Castel, raggiungono con 5 altre persone la Punta Zumstein;
9 agosto 1842 - Giovanni Gnifetti, parroco di Alagna Valsesia, Giuseppe Farinetti, Cristoforo Ferraris, Cristoforo Grober, fratelli Giovanni, Giacobbe Giordani, raggiungono con 2 altre persone la Punta Gnifetti
1 agosto 1855 - John Birbeck, Charles Hudson, Ulrich Lauener, Christopher Smyth, James G. Smyth, Edward Stephenson, Matthäus Zumtaugwald e Johannes Zumtaugwald raggiungono la Punta Dufour (la vetta più alta del massiccio).
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